La risposta è semplice: perchè i noti gestori della politica italiana dal dopoguerra ad oggi sono riusciti ad impedire che i partiti fossero regolamentati in base all' art. 49 della Costituzione e sono sempre riusciti a fondare partiti che hanno appaltato la politica nell' interesse di pochi e a danno della maggioranza dei cittadini.
Con questa chiave di lettura si spiega la storia delle politica italiana.
Dall' inizio della democrazia sino ad oggi i partiti sono stati costituiti col contributo determinante dei Paesi vincitori: Stati Uniti ed URSS, degli Stati confessionali: Vaticano, Israele e Stati islamici e delle forze economiche e finanziarie che governano il mondo.
E' un miracolo che, nonostante le tante eterogeneità dei contributi che hanno formato i partiti. il Paese abbia conservato un minimo di omogeneità e di identità, sia pure in mezzo a difficoltà eccezionali.
In estrema sintesi, in un primo tempo i partiti sono stati caratterizzati dalle ideologie imperanti nel mondo e dagli interessi economici e finanziari prevalenti; nell'ultimo decennio sono emerse forze politiche apparentemente nuove, ma in realtà prive di consistenza e di solidità, che tuttavia nutrivano grandi ambizioni. Il tentativo di innovazione dall'interno si è risolto in una serie di insuccessi.
A questo punto non resta che affidarsi al popolo e democraticamente ascoltare la sua voce attraverso libere elezioni.
Ma le forze della conservazione che hanno sempre controllato la partitocrazia non ci stanno e respingono le elezioni, con il supporto dei potentati europei.
L'ultima speranza è riposta nella saggezza del Capo dello Stato.
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