venerdì 28 ottobre 2016
In riferimento mio post di ieri sulla necessità di interventi integrati e non occasionali per la ricostruzione delle zone terremotate, ecco una proposta che affronti in modo sistematico il mostro che si nascode sottoterra e si sveglia all'improvviso, seminando morti e distruzioni.
La proposta consiste nella realizzazione di una rete integrata di strutture antisismiche, a servizio degli
abitanti, dei turisti, degli agricoltori e di chi svolge altre attività economiche e culturali sui territori
interessati.
In analogia con i rifugi alpini che da secoli proteggono i viandanti dalle insidie del gelo e delle valanghe.
Queste strutture, in armonia col paesaggio, sono collegate permanentemente con i centri di rilevamento
terremoti, che fanno capo all'INGV e sono dotati di indicatori di precursori di sismi, che in Italia sono ancora
poco noti, ma sono già applicati in altri Paesi ad alta sismicità ( v. Giappone).
Esse costituiscono un riferimento costante per la popolazione e rappresentano un primo nucleo di intervento in
caso di sismi.
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