venerdì 4 dicembre 2015

Come tutti sanno ma non dicono, il grande protagonista del Medio Oriente e non solo è il petrolio. Le grandi potenze con i loro feudi rischiano la guerra mondiale, per assicurarsi il controllo delle immense riserve di petrolio e di gas..

   La caduta dei regimi di Saddam e di Gheddafi da parte degli Stati Uniti ha creato una instabilità gigantesca nell'area ed un vuoto immenso,  reso ancora più drammatico dallo sciagurato  ritiro di Obama, per ragioni elettorali, dall'Iraq.
   Nell' area si sono precipitati o si sono mobilitati  tutti i principati operatori energetici del mondo:
 dall' Arabia Saudita alla Russia, alla Turchia, ad Israele, all'Iran, alla Francia, alla Germania, alla Gran Bretagna, ecc., sino alla Cina. In posizione di retroguardia gli Stati Uniti per ragioni elettorali  e l'Italia per la sua vocazione neutralista. Inoltre proliferano  gruppi terroristici di matrice islamica, fra cui in testa l'Isis, che si propaga in Africa e punta sull'Europa, usando come teste di ponte la penisola italiana ed i Balcani.
   Ci sono tutti i presupposti per una deflagrazione mondiale; ma forse no, per eccesso di operatori, che si elidono a vicenda.
    Comunque il caos è garantito.
    Finché il petrolio sovrano non  ristabilirà la pace con una ripartizione delle risorse, che accontenti i più forti contendenti e mortifichi i soliti consumatori perdenti.

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