domenica 21 dicembre 2014

Fa antipolitica chi pratica la mala politica. Ecco come estirpare la mala pianta!

Da liberale praticante non ho mai dato credito ai sedicenti "politici", ovvero ai cittadini che praticano politica per mestiere e non per " servizio ". Se poi questi cittadini approfittano dei previlegi offerti dalla politica per finalità che non riguardano il " bene comune", essi devono essere messi in condizione di non nuocere ulteriormente alla società. La Corte dei Conti e la Magistratura hanno da sempre denunciato i reati di quanti praticano la mala politica e quindi l'antipolitica. Ma sono impotenti di fronte al dilagare del malcostume politico. Sono necessari nuovi interventi legislativi. Ad esempio, una legge che dichiari decaduti dalle funzioni pubbliche e non eleggibili i "politici" che direttamente o indirettamente hanno prodotto bilanci in perdita nella pubblica amministrazione. I debiti pubblici sono il più odioso dei reati, perché colpiscono anche le generazioni future. I bilanci passivi dei Comuni, delle Province, delle Regioni e quello dello Stato, che hanno generato e continuano a generare il mostruoso debito pubblica, vergogna del nostro Paese, hanno dei responsabili precisi. Non chiedo di perseguirli e di condannarli, come sarebbe sacrosanto, anche perché sono troppi e già godono di una generale amnistia di fatto, tacitamente approvata dalla classe "politica" al potere e quindi dal Parlamento. Mi limito a chiedere che siano allontanati dalle cariche pubbliche tutti i responsabili del debito pubblico, dovunque essi siano. Meglio se si dimettono volontariamente, in un clima di rigenerazione politica. E' possibile tutto ciò o è frutto di un sogno natalizio intessuto di ottimismo e speranza?

giovedì 11 dicembre 2014

Il Presidente Napolitano denuncia pubblicamente l'"antipolitica eversiva ": ecco le cause ed il rimedio.

I Padri della Costituzione avevano introdotto gli Articoli 49 e 39 per regolamentare rispettivamente i partiti ed i sindacati. Ma sono trascorsi da allora 66 anni e le classi politiche sono sempre state concordi nel rifiutare qualsiasi regolamentazione e quindi l'attuazione dei suddetti articoli. Di conseguenza la politica senza regole è degenerata in mala-politica. Ciò ha provocato nel Paese una reazione fortissima, che non è antipolitica, bensì la legittima volontà popolare di promuovere finalmente una politica onesta e trasparente. come si addice ad una democrazia sana e matura. Il rimedio è semplice: attuare detti articoli con assoluta priorità. Ricordo che recentemente lo stesso Presidente Napolitano ha pubblicamente esortato ad applicare l'Art. 49, allo scopo di regolamentare la politica nazionale. Ma non è stato ascoltato. uzionali con assoluta priorità.

martedì 9 dicembre 2014

Perchè lo scandalo di Roma Capitale e tutti gli altri della pubblica amministrazione? Semplice: perchè la classe politica non ha voluto applicare l'Art. 49 della Costituzione sulla regolamentazione dei partiti.

Senza regolamentazione i partiti politici italiani, che determinano la politica nazionale, sono enti senza alcun controllo effettivo da parte dello Stato. Ciò consente a corporazioni di natura finanziaria, affaristica ed addirittura criminale e mafiosa di infiltrarsi nei partiti e di condizionarli pericolosamente. Se esistesse un REGOILAMENTO che vietasse ai partiti qualsiasi coinvolgimento diretto o indiretto con dette corporazioni, pena il loro scioglimento, non assisteremmo sgomenti agli scandali ed ai compromessi subiti da parlamenti, governi e pubblica amministrazione, a partire dall'entrata in vigore della Costituzione. In particolare detto regolamento reciderebbe legami e collegamenti illegali e criminogeni fra partiti da una parte ed istituzioni finanziarie e bancarie, cooperative e sindacati, che si sono opposti all' attuazione dall' Art. 39 della Costituzione, dall'altra. Auspico vivamente che la nuova classe politica emergente riesca ad attuare l'Art. 49 per la regolamentazione dei partiti, come è avvenuto in tutte le democrazie più avanzate. In proposito invito a leggere il mio post del 12/10/2014 sull'alluvione di Genova e sulle responsabilità dei partiti.

domenica 7 dicembre 2014

DOPO L'ALLARME DELLA CORTE DEI CONTI SUI BILANCI TRUCCATI DELLE REGIONI, E' GIUNTA L'ORA DI RIDIMENSIONARLE E DI RAGGRUPPARLE IN MACROREGIONI. .

Ricordo le discussioni e le polemiche quando la classe politica dell'epoca decise la costituzione delle Regioni. Alle obiezioni di quanti, fra cui il sottoscritto, temevano un aumento esponenziale ed incontrollato della spesa pubblica, i politici promotori del progetto rispondevano che ci sarebbe verificata una corrispondente riduzione della spesa dello Stato centrale. Purtroppo i fatti hanno dato ragione ai critici, come constatato dalla Corte dei conti ed ampiamente dimostrato anche dall'aumento incontrollato del debito pubblico. Il politologo Prof. Gianfranco Miglio cercò di porre rimedio, proponendo la costituzione di MACROREGIONI, ottenute raggruppando quelle esistenti. La Fondazione Agnelli di Torino riprese la felice intuizione e sviluppò un progetto di fattibilità per queste nuove istituzioni. Ma i fortissimi interessi politici bloccarono sul nascere l'impresa. Ora, sotto la spinta della crisi economica in corso da troppi anni ed i numerosi scandali che hanno investito le Regioni, si è diffusa l'opinione che le Regioni siano di fatto incompatibili con le risorse economiche dello Stato. Pertanto il Governo ed il Parlamento dovrebbero riprendere urgentemente gli studi del Prof. Miglio e della Fondazione Agnelli e convertirli in un progetto esecutivo di pronta attuazione.

NON PUNIBILITA' DEI REATI "LIEVI": LA MAGISTRATURA PLAUDE.

In riferimento al mio penultimo post dal titolo " Emergenza Italia: furti nelle abitazioni con uso di gas narcotizzanti", la notizia dell'approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri, del decreto sulla non punibilità dei reati definiti "lievi", fra cui il reato dei furti negli appartamenti, mi lascia senza parole. Come si fa a definire "lieve" un furto negli appartamenti con possibili gravi lesioni provocate dai gas narcotizzanti? A completare il quadro desolante, il plauso della magistratura, che vede nel provvedimento un alleggerimento del proprio carico di lavoro. Anche la delinquenza plaude, sia pure per opposte ragioni..

lunedì 1 dicembre 2014

LA NOMINA DEL NUOVO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA: NODO CRUCIALE DELLA POLITICA ITALIANA

Sui giornali di ieri si riporta con grande evidenza la frase di Renzi: Non tratto ora sul Colle, prima si vota l'Italicum. Frase che rivela la distorta logica dei politici italiani: i grandi problemi ridotti a merce di scambio e compromesso fra poteri forti ed occulti. Anche la tempistica dipende dalla convenienza politica. Queste distorsioni e deficienze spiegano perché il nostro Paese è diventato un problema anziché un motore propulsivo della UE. Mi auguro che l'attuale Presidente della Repubblica si sottragga a questa logica perversa ed indichi senza indugi le proprie intenzioni circa la sue eventuali dimissioni. Ciò riguarda lui certamente, ma anche tutti i cittadini. Essi hanno tutto il diritto di conoscere al più presto i candidati Presidenti, che devono garantire assoluta imparzialità ed indipendenza per i prossimi sette anni, nel pieno rispetto della Costituzione. La democrazia italiana è malata anche per questo.