sabato 25 aprile 2015

Il Consiglio europeo ha lasciato sola l'Italia nella gestione dei clandestini. Il che per un verso è deprecabile, per l'altro è una grande occasione per il nostro Paese

   Nel mio ultimo post del 20 aprile avevo proposto una grande Conferenza Euro-Africana, per promuovere la stabilizzazione del continente  africano. Ma, dopo le deludenti decisioni del Consiglio Europeo, mi sono convinto che l'Europa, paralizzata da contrasti e rivalità insuperabili, non è in grado di intervenire efficacemente sullo scacchiere del Mediterraneo.
   Pertanto si apre per l'Italia un'occasione straordinaria ed irripetibile: assumere l'iniziativa di trattare direttamente con tutti i Paesi africani all'origine degli esodi ed ottenere la loro collaborazione per rimuovere le cause di questo fenomeno altamente destabilizzante.
   Essendo l'unico Paese europeo che accoglie da anni, con costi enormi, sul mare ed a terra i clandestini provenienti dall'Africa, l'Italia ha tutti i titoli per essere ascoltata e per meritare la fiducia dei governi e delle popolazioni locali. La lingua italiana è ancora diffusa in Africa ed i programmi di collaborazione economica, svolti per decenni, a cura del Ministero degli Esteri, a favore di numerosi Paesi africani, sono stati molto apprezzati ed hanno contribuito a rendere molto positiva l'immagine del nostro Paese.
   Il Ministero degli Esteri italiano, mobilitando le sue strutture territoriali, e sopratutto le ambasciate, direttamente e senza chiedere il benestare dell'UE e dell'ONU; intervenga con la massima urgenza sui governi dei Paesi africani coinvolti dagli esodi ed individui gli strumenti necessari per frenare all'origine questo fenomeno, dannoso più a i Paesi che perdono risorse vitali che a quelli che  accolgono.i migranti.
   Ma come si fa a sensibilizzare il Governo  italiano?
   L'intervento del Presidente della Repubblica potrebbe essere risolutivo.
   Nel frattempo uomini  di buona volontà in Italia ed in Africa potrebbero esercitare pressioni sulle rispettive Istituzioni pubbliche,  per conseguire l'obiettivo primario: la stabilizzazione dell'Africa.

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lunedì 20 aprile 2015

Ecco la proposta : indire subito una CONFERENZA EURO-AFRICANA per risolvere i conflitti in atto ed eliminare la piaga dell'emigrazione clandestina.

   Nel precedente post del 19 aprile mi domandavo se il flusso dei clandestini potesse essere controllato con metodi civili e mi proponevo di avanzare proposte al riguardo.
.  Stiamo assistendo ad un fenomeno geopolitico di dimensioni intercontinentali: la crisi del continente africano, dilaniato da lotte intestine di grande intensità, in conseguenza del ritiro e l'abbandono dell' Africa da parte dell' Europa e la sua progressiva colonizzazione da parte della Cina e di forze islamiche estremiste.
   Questa DESTABILIZZAZIONE dell'Africa ha provocato il disorientamento e la frustrazione della popolazione, che per la prima volta nella Storia aspira ad abbandonare la sua terra per cercare la pace ed il futuro in altri continenti ed in particolare in Europa, cui è sempre stata legata da vincoli culturali e religiosi.
   Ciò ha dato origine al fenomeno della migrazione, che in questi ultimi anni e divenuto movimento di massa, coinvolgendo milioni di africani, sopratutto i giovani.
   Così si spiega la formazione dei "serpentoni" che dal cuore dell'Africa si dirigono oltre il deserto del Sahara verso le coste del Mediterraneo per raggiungere l'agognata meta: Europa.
  Se questo è lo scenario, è chiaro che il fenomeno migratorio africano può essere fronteggiato soltanto con la STABILIZZAZIONE di detto Continente.
  Questo immane compito spetta sopratutto all'Europa, con la partecipazione attiva dei Paesi africani.
  L' Unione Europea dovrebbe assumere l'iniziativa di una grande Conferenza EURO-AFRICANA  allo scopo di affrontare i principali problemi che affliggono l'Africa, individuare le possibili soluzioni e partecipare alla realizzazione delle misure atte a risolvere le crisi in atto.
  Gli interessi in gioco sono enormi ed investono altri continenti, sopratutto l'Asia e l'America.
  Ma tocca all'Europa e quindi all'UE fare il primo risoluto passo in questa direzione, pena la sua decadenza e la sua progressiva delegittimazione.
  Nell'ambito di questa Conferenza permanente, si dovrebbero trattare e risolvere i conflitti regionali, dell' Africa e del Medio-Oriente, fra i quali in primis  quello della Libia, del Corno d'Africa, della Somalia, della Siria, dello Yemen, ecc.
   Anche le migrazioni nel Mediterraneo troverebbero soluzioni ragionevoli ed umanitarie, senza ricorrere alle barbariche e disumane operazioni dei " barconi ".

domenica 19 aprile 2015

Il flusso di clandestini nel Mediterraneo dall'Africa all'Europa può essere controllato con metodi civili?

Quello che succede nel Canale di Sicilia è incredibile e al di fuori di ogni logica.
Il Canale è affollato come non mai di navigli di ogni tipo e di ogni nazionalità, sia in superficie che in profondità.
Ma un gran numero di gusci in galleggiamento precario, carichi all'inverosimile di donne, uomini e bambini, provenienti in maggioranza dalle coste africane, violando tutte le norme di sicurezza, lo percorre di continuo  per approdare in Italia.
Ma nessuno se ne accorge, salvo quando  dette imbarcazioni  sono in pericolo e danno l'allarme, aimè spesso troppo tardi.
Situazione allucinante, che sembrerebbe  concepita da una mente folle.
Non se ne accorgono i governi dei Paesi africani che si affacciano sul.Mediterraneo.
Si comprende la Libia praticamente senza governo per insipienza degli USA e dell'Unione Europea, anche se stranamente navi libiche di Guardia costiera (?) sequestrano pescherecci italiani e non controllano i gusci dei clandestini.
Ma sono incomprensibili le gravi omissioni dell'Egitto, da cui sembra provenire l'imbarcazione affondata ieri con 700 vittime e della Turchia, da cui arrivano in Italia clandestini della Siria e di altri Paesi.
Cosa fanno l'ONU, l'Unione Europea ed i governi europei per richiamare all'ordine detti Paesi ed altri, di fatto conniventi e complici delle organizzazioni criminali, nuovi schiavisti, che organizzano i trasporti dei clandestini? Praticamente nulla.
Regna l'anarchia totale a tutti i livelli. Nessuno risponde a nessuno ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Nel prossimo post cerco di individuare e proporre soluzioni suggerite semplicemente dal buon senso e dal pragmatismo.



venerdì 17 aprile 2015

I barconi di clandestini dalla Libia: naufragio totale dell'ONU, dell' Unione Europea, della NATO e dei governi che sono intervenuti o sono presenti nel Mediterraneo: in primis l' Italia, gli Usa, i Governi europei, la Russia, la Turchia, l'Egitto.

    Avevo diversi post pronti per la pubblicazione. Ma, di fronte alla immane catastrofe che si consuma nel Mediterraneo, mi preme  presentare all'opinione pubblica questa denuncia:
 
      E' NOSTRO SACROSANTO DOVERE DENUNCIARE CON TUTTE LE NOSTRE FORZE LE GRAVISSIME RESPONSABILITA' DI TUTTI GLI ENTI INDICATI NEL TITOLO, CHE, POTENDO AGIRE, NON HANNO AGITO E PREFERISCONO STARE A GUARDARE.
   
      Anche l'Italia, che pure ha dato e continua a dare un contributo fondamentale per alleviare le sofferenze dei clandestini, non ha saputo o voluto affrontare alla radice il problema, con un' alta e lungimirante politica estera, che coinvolgesse anche i Paesi africani  colpiti dall'esodo.
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    Proprio in questi giorni si ricorda il " GENOCIDIO " degli Armeni di un secolo fa,
 " L' OLOCAUSTO" degli Ebrei e le decine di milioni di Europei vittime delle guerre fratricide della prima e della seconda guerra mondiale.

    Ma, di fronte a questa " ECATOMBE" di Africani,  la continua violazione delle  norme internazionali sulla navigazione marittima e le conseguenti numerosissime vittime sono accettate dalla comunità internazionale con imperdonabile cinismo, indifferenza ed ipocrisia.

    La Storia non fà sconti e tutti coloro che si sono macchiati di questi delitti contro l'umanità dovranno rispondere alla Giustizia interazionale.
   

domenica 5 aprile 2015

la promessa elettorale del Presidente Obama " no boots on the ground" gli ha fatto vincere le elezioni, ma ha fatto perdere la supremazia degli USA, nel Medio Oriente e non solo.

   I fatti parlano chiaro. Il ritiro delle truppe di terra degli USA in Medio Oriente ha scatenato l'aggressività dei terroristi in Medio Oriente, dall' Iraq alla Siria, alla Libia, allo Yemen, alla  Somalia, ecc..
   Si è innescata una reazione a catena incontenibile,  che  non si sa quando e dove si arresterà.
   Stanno entrando nella bufera altri protagonisti  di primo piano, quali l'Arabia Saudita, l'Egitto, l'Iran, la Russia e persino la lontana Cina.
    Mentre Israele si sente abbandonata e minaccia  azioni dimostrative unilaterali
    Dall'altra parte a Losanna, in un clima euforico, si sono amabilmente incontrati gli USA e la corte dell'UE con l'Iran ed i suoi potenti sostenitori: la Russia e la Cina.
    Obama è trionfante: ha mantenuto la sua promessa elettorale: no boots on the ground.
    Non importa se le incursioni aeree USA continueranno a mietere vittime innocenti e se l'Iran, in cambio del proprio intervento militare contro l'avanzata dello Stato Islamico, avrà il riconoscimento di potenza regionale e la prospettiva di potenza nucleare.
   


   

La " cultura" della "rottamazione" è frutto dell' ignoranza dilagante.

   Oggi va di moda nella società in genere ed in particolare nel mondo della politica la " cultura " della "rottamazione". Sopratutto le generazioni più giovani, ma non solo, tendono a "rottamare" ciò che non capiscono. Tutto ciò che è al di sopra della loro capacità di conoscenza viene scartato come cosa inutile o peggio dannosa.
   Questo atteggiamento irrazionale mi ricorda le rivoluzioni che incendiavano libri e biblioteche per segnare il passaggio violento ad un'altra "cultura" e recentemente le distruzioni di antichi  oggetti di inestimabile valore artistico, custoditi nei musei in Medio Oriente.
    Segni pericolosi di rivoluzioni che, col pretesto di aprire nuovi orizzonti, intendono ripristinare ideologie e miti bocciati dalla Storia.
    Denuncio con forza questa " cultura" oggi applicata alla politica nazionale, perchè tende a sostituire la "conoscenza", necessaria per governare, con l'ignoranza, fonte di tutti i mali.  

venerdì 3 aprile 2015

La Corte Costituzionale e la piena attuazione della Costituzione.

   La Costituzione italiana è stata solo parzialmente attuata ed è continuamente soggetta a modifiche.
   I risultati negativi di questa parziale attuazione della Costituzione è sotto gli occhi dei cittadini.
   In particolare, la mancata applicazione dell'Art. 49 sulla regolamentazione dei Partiti, la mancata applicazione dell'Art. 45 sulla regolamentazione della cooperazione e la mancata applicazione dell' Art, 39 sulla regolamentazione dei sindacati hanno prodotto e producono danni incalcolabili allo Stato ed ai  singoli cittadini.
   L'unico Ente nazionale , che ha l'autorità e la competenza per imporre l'attuazione di detti articoli è la Corte Costituzionale.
   Pertanto attendiamo  con ansia che la Corte Costituzionale  intervenga finalmente per l'attuazione completa della legge fondamentale dello Stato italiano: la Costituzione.

    SONO A RISCHIO ANCHE LA CREDIBILITA' E LA LEGALITA' INTERNAZIONALE DELLO STATO ITALIANO!

mercoledì 1 aprile 2015

Gli scandali delle cooperative? Basta applicare l'art. 45 della Costituzione..

    L'Art. 45 della Costituzione italiana recita testualmente:
      " la Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata. La legge... ne assicura, con gli opportuni controlli, il carattere e le finalità".
    Controlli che lo Stato, sotto la pressione dei partiti non costituzionali  per la mancata applicazione dell'art. 49 della Costituzione, non ha mai effettuato.