venerdì 5 agosto 2016

Di fronte all'ultimo intervento spregiudicato di Matteo Renzi e del suo governo sulla RAI, con la rimozione di alcuni direttori, mi sono posto il quesito: è legittimo il loro intervento i questo ed in altri numerosissimi casi?

Da cittadino profano in materia, mi sono riletto il Titolo tre della Costituzione italiana, non ancora riformata dal governo Renzi: Sezione 1- Il Consiglio dei Ministri. In particolare ho letto l'Art.95 sulle funzioni del Presidente del Consiglio dei ministri ed ho posto l'attenzione sull'ultimo capoverso: "La legge provvede all'ordinamento della Presidenza del Consiglio...". Ho cercato su Google questa legge ed ho trovato la legge 22 agosto 1988 n. 400 dal titolo: " Disciplina dell'attività di Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri". Mi sono soffermato sull'Art. 5 - Attribuzioni del Presidente del Consiglio dei Ministri. Il punto e) recita testualmente: " Adotta le direttive per assicurare l'imparzialità, il buon andamento e l'efficienza degli uffici pubblici e promuove le verifiche necessarie:.." Il punto f): " promuove l'azione dei Ministri per assicurare che le aziende e gli enti pubblici svolgano le loro attività secondo gli obiettivi indicati dalle leggi che ne definiscono l'autonomia e in coerenza con i conseguenti indirizzi politici e amministrativi del Governo". Detti punti pongono l'accento sull'imparzialità e sulla autonomia degli uffici pubblici e delle aziende e degli enti pubblici. I numerosi interventi di Matteo Renzi e del suo Governo su enti ed aziende pubbliche sono compatibili con i suesposti dettati della legge? A me sembra di no: vedasi l'ultimo caso eclatante della rimozione di alcuni direttori della RAI. L'Art. 96 della Costituzione recita: " Il Presidente del Consiglio ed i ministri, anche se cessati dalla carica, sono sottoposti, per i reati commessi nell'esercizio delle loro funzioni, alla giurisdizione ordinaria ... ". C'è quindi ampia materia per la magistratura, per fermare gli interventi illegali del governo. La democrazia va difesa decisamente da derive autoritarie che preludono a regimi dittatoriali.

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