martedì 20 novembre 2018

La svendita dell'Italia produttiva continua col consenso di tanti italiani.

Il post  precedente  è dedicato all' appropriazione di territori del nostro Paese ai cinesi.
Ma la cessione di beni italiani  è ben più vasta.
Ad incominciare dalle imprese cedute a stranieri, che per almeno  il 50%  vengono chiuse,
La grande industria italiana sta scomparendo; ma anche i settori più peculiari della moda , dell'arte
e dell'alimentazione  passano sotto il controllo  di società straniere.
Si dice: in omaggio alla globalizzazione ed alle leggi del mercato.
Ma il sottoscritto, liberale da sempre, e tanti altri italiani sono convinti che questa continua emorragia di  patrimoni  e valori inestimabili, che sono  spesso tesori riconosciuti nel mondo, non può che impoverire ulteriormente e irrimediabilmente il nostro Paese, già depauperato dal trasferimento all'estro di giovani di talento.
Come rimediare a questo fenomeno che riduce i posti di lavoro  e compromette il futuro delle nuove generazioni?.
Lo Stato dovrebbe impedire  la cessione all'estero, anche  a membri dell'Unione Europea,  di beni di riconosciuto interesse nazionale.  Come fa per i beni artistici.
 I soliti denigratori dell'interesse nazionale  si ricordino  che la Costituzione difende ,i valori nazionali, di cui il Capo dello Stato è il supremo custode.
Ho fiducia che il nuovo Governo intervenga  con decisione anche in questo settore.



   

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