Nel 1945 Togliatti propose l'abolizione del Senato, che da sempre era controllato dalla Monarchia. Ma la maggioranza dei Costituenti respinse successivamente la proposta.
Si è dovuto attendere 70 anni perché un giovane segretario del PD, erede catto-comunista di Togliatti, ripresentasse la stessa proposta. Adesso è chiaro a chi si riferiva Renzi quando nei giorni scorsi dichiarò che " la riforma del Senato è attesa da 70 anni", dagli anni in cui l'Italia vinta era in balia dei luogotenenti dei paesi vincitori, fra cui appunto Togliatti per conto dell'Unione Sovietica.
Nel 1995, 50 anni dopo, è stata presentata alla Camera dei Deputati una proposta di legge di riforma costituzionale numero 2115. firmata da 65 parlamentari, fra cui Mattarella e Napolitano, e da eminenti costituzionalisti, fra cui Leopoldo Elia.
Detta proposta intendeva imporre sempre la maggioranza dei due terzi degli aventi diritto al voto, per approvare le modifiche costituzionali, per eleggere il presidente della Repubblica e per tutelare l'indipendenza e l'imparzialità degli organi di garanzia.
Ma detta proposta non è stata accolta.
Nel 2015, 20 anni dopo, come su ricordato, Renzi ha proposto la riforma Togliatti, approfittando del fatto, che, in assenza della riforma costituzionale del 1995,
SI PUO' CAMBIARE LA COSITUZIONE CON MAGGIORANZE PRO TEMPORE.
Attendo fiducioso che insorgano indignati i firmatari superstiti della riforma 1995, fra cui il Presidente della Repubblica Mattarella e l'ex Presidente Napolitano.
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