I genocidi, le atrocità e le minacce degli jihadisti in Medio Oriente ed in Nord Africa, con epicentro in Libia, non possono più essere sottovalutati e sottaciuti dalla diplomazia e dalla stampa
occidentale: si tratta di fatti criminali di inaudita ferocia, che non meritano giustificazioni nè difese da parte del mondo civile.
Si è trattato di un gigantesco fallimento geo-politico e strategico dell'Occidente, che avrà conseguenze paragonabili a quelle di una guerra mondiale perduta.
Le politiche estere degli Stati Uniti, dell'UE e dei Paesi Europei vanno assolutamente revisionate e rinnovate alla luce dei terribili eventi, che essi non sono stati in grado di prevedere e di prevenire, nonostante la loro lunga presenza militare nell'area.
Il Congresso degli Stati Uniti dovrebbe chiedere conto alla Presidenza degli Stati Uniti della superficialità ed incapacità dimostrate nel gestire situazioni internazionali complesse e nel salvaguardare i propri militari e civili. I bombardamenti aerei in corso ed in programma aggravano i problemi ed aggiungono atrocità ad atrocità.
L'UE è assolutamente impotente e finge di non accorgersi di quanto avviene ai suoi confini ed addirittura all'interno dei Paesi membri.
Il governo italiano, teso a svolgere la missione " Mare Nostrum ", così definita per irrisione dai nostri Alleati, non si accorge che, sotto la copertura dell'azione umanitaria, sbarcano in Italia terroristi e delinquenti di ogni estrazione, liberi di organizzare, senza identificazione né controllo, le proprie azioni delittuose in Italia ed oltre confine.
A questo punto bisogna avere il coraggio e la responsabilità di dire in tutte le sedi qualificate che la politica estera italiana, per responsabilità dei governi e dei ministri degli esteri che si sono succeduti in questi ultimi anni, è stata di fatto inerte ed inefficace, troppo succube degli Stati Unti, dell'ONU e dell'UE
Anche l'attuale ministro degli esteri non ha saputo indicare al Paese le linee fondamentali della politica italiana nel mondo.
Pertanto si auspica che finalmente al più presto si scelga per la Farnesina un esperto di politica internazionale e non un politico e soprattutto si cambi radicalmente la politica estera del Paese, allo scopo di adeguarla ai suoi interessi reali, attuali e futuri.
Se poi il governo italiano ambisce a designare una persona per la funzione di politica estera dell'UE, a maggior ragione scelga una personalità di prestigio internazionale fra i diversi esperti a disposizione e rinunci ad indicazioni dettate dalla politica di parte.
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