giovedì 21 agosto 2014

Il grande flusso di clandestini nel Mediterraneo: destinazione Italia

Il grande flusso di clandestini in Italia non è casuale, ma diretto da centrali criminali ubicate sia presso i Paesi d'origine sia  presso quelli di transito  e di destinazione  in Italia ed in Europa, con la connivenza, la mediazione e la complicità di associazioni criminali e di enti sociali laici e religiosi e l'assenza e la latitanza  di istituzioni  internazionali e di organizzazioni ufficiali, quali ONU e la UE,
in un clima di diffusa illegalità e violazione di diritti e norme nazionali ed interazionali.

 Si è creato nel tempo un intreccio inestricabile di interessi e di omertà, che ruotano intorno al mercato dei clandestini, con la partecipazione attiva della criminalità organizzata italiana e straniera, tutti appassionatamente uniti a sfruttare i clandestini ed i Paesi, che per umanità e senso di responsabilità, finanziano, con straordinaria larghezza di uomini e di mezzi, le operazione di salvataggio e di sistemazione sul proprio territorio.

 Il primo di questi Paesi per impegno e dedizione è l'Italia. Ma la comunità internazionale non vuole riconoscere i nostri sacrifici; anzi ci guarda con diffidenza e sospetto, usando come arma di ricatto la infamante accusa di razzismo.

  Come cittadino italiano ed europeo mi ribello a questa situazione di vassallaggio e svalutazione
della nostra encomiabile  opera umanitaria.

  Sono necessari interventi incisivi a difesa della nostra dignità e dei nostri legittimi interessi.
  Ad esempio dovremmo rivedere i cospicui contributi finanziari che diamo all'UNU ed all'UE per servizi internazionali che svolgiamo solo noi in solitudine.
  Una sospensione temporanea di detti contributi, in attesa che la situazione si chiarisca, con una equa ripartizione degli oneri, mi sembra una misura equilibrata e corretta.
  Altra misura : esigere la presenza di  alti funzionari dell'ONU e della UE nel corso delle operazioni Mare Nostrum, al fine di coinvolgerli e responsabilizzarli, in vista della partecipazione degli Enti che rappresentano.

  I vertici dell'ONU e della UE non possono più restare ai margini della più gravi crisi internazionali, come impotenti osservatori, pena la perdita del loro ruolo.
  Gravitano sul Mediterraneo i conflitti Israele-Gaza, la Siria  e l' Irak,  che alimentano anche  il flusso di clandestini sull' Italia. Pure la crisi Ucraina-Russia ha ripercussioni sull' area  mediterranea.

  La misura di cui non si è mai sentito parlare  è l'intervento incisivo dell''ONU e della UE  sui Paesi, da cui partono i clandestini,  per indurli a migliorare le condizioni di vita dei loro cittadini e  ridurre il numero di quelli che fuggono. 
   Se questi Paesi non prendono misure urgenti a favore dei propri cittadini, si devono applicare provvedimenti, quali sanzioni e cessazione di aiuti o finanziamenti internazionali ed al limite l'espulsione di detti Paesi dalle organizzazioni internazionali.

  Non può il nostro  Paese, generoso al limite delle sue possibilità,  pagare direttamente o indirettamente tutti per gli stessi servizi: l'ONU, l' UE, le organizzazioni umanitarie, le operazioni di salvataggio e di sistemazione dei clandestini per tempi indefiniti sul nostro territorio, i Paesi da cui partono i clandestini, ecc.

   Il governo intervenga con una task force, che coinvolga i diversi ministeri interessati e sollevi i suddetti problemi a livello internazionale, affrontando l'inconcludente burocrazia internazionale con atti unilaterali di forte impatto.

 Siamo noi i protagonisti a nostre spese: questa è la nostra forza! ,

  
 
 
   

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