lunedì 5 gennaio 2015

ANNO 2015: L'Italia in Europa e nel mondo.

All'inizio dell'anno 2015 può essere utile riflettere sulla situazione del nostro Paese in Europa e nel mondo. Non ho certo la pretesa di risolvere complessi problemi di storia passata e contemporanea, che lascio agli storici. Mi limito a considerazioni di semplice cittadino, che tuttavia è stato testimone e vittima di fatti storici che ne hanno condizionato l'esistenza. Dall'unificazione dell'Italia nel 1861 al Trattato di Maastricht nel 1992 il nostro Paese ha goduto di una sovranità nazionale riconosciuta nel mondo. Abbiamo sempre partecipato al consesso delle nazioni in condizioni di parità. Ma dopo Maastricht tutto è cambiato. La firma del Trattato è avvenuta in tutta fretta il 7 febbraio 1992, poche settimane dopo l'autoscioglimento dell'Unione Sovietica. In quegli anni gli equilibri geopolitici del mondo sono mutati drasticamente: si è avviata la rivoluzione della globalizzazione. I firmatari del Trattato di Maastricht si sono, fra l'altro, impegnati a creare la nuova moneta -l'Euro - ( v. art. 105 del Trattato ), per sostituire le monete precedenti e soprattutto il grande Marco, nato dalla fusione delle due Germanie. L'Italia, per volontà unanime della sinistra, si è accodata alle decisioni del Direttorio di fatto, costituito allora dagli USA, dalla Gran Bretagna, dalla Francia e da alcuni Paesi satelliti. La Germania ha rinunciato alla propria moneta in cambio dell'unificazione, ma ha posto condizioni molto severe per il controllo dell'inflazione. Il nostro Paese, diretto da una classe politica inetta ed incostituzionale ( v. la mancata applicazione dell'Art. 49 della Costituzione ), ha ceduto la propria sovranità nazionale, non soltanto la Lira, alla Commissione Europea di Bruxelles, emanazione del Direttorio di fatto summenzionato. Tuttora detto Direttorio controlla la Commissione Europea ed è sempre costituita dagli USA, dalla Gran Bretagna e dalla Francia, cui si è aggiunta la Germania unificata. Nel mondo globalizzato i Paesi europei del Direttorio si muovono in modo indipendente e curano i propri interessi in America, Asia, Africa, Medio Oriente, trattando direttamente con le nuove potenze emergenti ( Cina, Brasile, India, ecc..), utilizzando e strumentalizzando la loro appartenenza all'Unione Europea. E l'Italia? A parte l'industria, che cerca disperatamente di conservare le posizioni raggiunte quando il Paese era sovrano, gli Enti istituzionali responsabili dimostrano un disinteresse inspiegabile. E quando si interessano, sembrano più interessati a svendere i gioielli italiani alla Cina ed ad altri Paesi emergenti ( v. la svendita del 30% della rete elettrica nazionale e del gas alla Cina! ). Manca una strategie a medio- lungo termine del nostro Paese nel mondo. Vogliamo essere una Nazione protagonista o rassegnarci ad un ruolo di emarginazione? La scelta non spetta ad oscure ed irresponsabili caste politiche, ma direttamente al POPOLO SOVRANO.

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