venerdì 14 agosto 2015

Eritrea: caso emblematico. Come si creano i flussi migratori verso l'Italia.

        Come è noto, l'Eritrea è  in conflitto da 20 anni con l'Etiopia e subisce le sanzioni dagli Stati Uniti e dall'ONU. Obama ha visitato di recente il governo amico dell'Etiopia. Ma non risulta che in detta occasione gli Stati Uniti e l'Etiopia abbiano formulato proposte per far cessare il devastante conflitto in corso.
         Il giornalista Vittorio Longhi, di origini eritree, ha presentato di recente sul sito Change.org
 " Eritrea Libera" una petizione all'Unione Europea, perchè sospenda la decisione di nuovi aiuti all'Eritrea per oltre 300 milioni di euro, non essendo chiaro chi gestirà questi fondi, per migliorare le condizioni di vita degli eritrei e di conseguenza far cessare il loro esodo.
         Mi sembra evidente anche ai non addetti ai lavori che  questo scacchiere del mondo, come tanti altri, sia gestito con estrema superficialità ed irresponsabilità.
         Manca un minimo di coordinamento fra l'ONU, gli Stati Uniti, l'UE ed i Paesi africani.
         Guerra, sanzioni, aiuti umanitari, esodi di popolazioni locali, campi di concentramento sulle coste libiche ed altrove, gestiti dalle stesse organizzazioni malavitose e terroristiche che gestiscono anche i trasporti dei clandestini in Italia, con il consenso e la collaborazione delle marine dei Paesi europei,..
        Operazioni che  violano tutte le norme internazionali di navigazione e causano naufragi e migliaia di morti nel Mediterraneo.  
          Vittime innocenti dei governi e delle organizzazioni internazionali.
           Fino a quando questo scempio, che non ha eguali nella Storia di tutti i tempi?  
           Possibile che i Grandi del mondo non abbiano un sussulto di umanità e non decidano di incontrarsi, per mettere fine a questa tragica farsa, indegna per la nostra civiltà?
           Chi non ci sta, si ritiri, ma non pretenda di guidare le redini del mondo.
           Incombe su questa classe politica la squalifica morale di questa e delle prossime generazioni.

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