mercoledì 26 agosto 2015

Il Presidente della Commissione Ue Juncker ha dichiarato ( v. art. pubblicato su La Repubblica ieri 24 agosto) che " l'Europa in cui voglio vivere non è quella dei muri contro i profughi"..Certo nessuno vuole i muri dopo quello di Berlino. Ma la soluzione è intervenire a monte: sui Paesi che generano i flussi migratori.

     Nel citato articolo Juncker propone fra l'altro: " collaboriamo con i paesi di provenienza o attraversati dai profughi. In questo modo intendiamo aprire vie legali, sicure e controllabili per i migranti".
     Si dà per scontato che detto flusso sia inarrestabile.
     Ma la soluzione c'è:  trattare con detti paesi e fornire loro finanziamenti, a condizione che essi si impegnino ad  aiutare i cittadini, e soprattutto i giovani, a restare in patria.
     Cito in proposito un esempio significativo. l'Ue sta trattando con l'Eritrea la concessione di un finanziamento di 300 milioni di €.
     Mi sembra doveroso  condizionare questo aiuto finanziario all'impegno del paese di ridurre l'esodo.  Oltre alle ovvie ragioni umanitarie, trattenere gli eritrei in patria costerebbe molto meno che accoglierli in Europa. L'obiezione di quanti preferiscono l'esodo è la seguente:
: in Eritrea da molti anni c'è la guerra con l'Etiopia.
 La guerra non è un cataclisma naturale. Basterebbe la volontà di alcuni membri dell'ONU e dell' Ue per spegnerla in un attimo.
    Ma la volontà non c'è e si preferisce martoriare la popolazione eritrea per interessi occulti ed alimentare i flussi migratori.
    Si possono citare molti altri esempi di insipienza ed incapacità, se non di deplorevole complicità.
   L'ONU e l' Ue non possono sottrarsi alle proprie responsabilità:
               Intervengano subito sui paesi che generano i flussi migratori e facciano cessare questo fenomeno indegno per la nostra civiltà.
  In caso contrario perderanno ogni credibilità e saranno condannati dalla Storia.    
    
   

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